Si parla tanto di Coaching, ma non so quanti realmente sappiano qual è il suo ruolo, cosa fa. Molti lo associano al Coach sportivo, ma il Coach nella realtà è presenza, è ascolto, è lo specchio in cui il coachee si riflette.
Ho chiesto ad un mio coachee, Donatello Bevilacqua, di raccontarmi cos’è per lui un Coach. Queste le sue parole:
“Trovo interessante che coach derivi dal francese coche (carrozza) e che indichi il cocchiere. Di fatto è un compagno di viaggio, che fa da guida lungo un percorso, ma le redini in realtà non le ha lui, le ha il coachee.
Perché per me il Coach non è tanto una guida, perché ad una guida ci si affida e la si segue conoscendo la strada, non è un mentore perché al mentore ci si rivolge per chiedere consigli.
Direi che il coach è un compagno di viaggio capace di non parlare mai a sproposito: ogni sua domanda è volta a metterti di fronte alle tue esigenze, ai tuoi desideri, ai tuoi obiettivi finché non si esce dalla zona di comfort.
Ti incalza, ti sprona e ti aiuta a restare focalizzato sull’obiettivo.
Se me lo consenti, a volte ti vedo come il Dr. Watson con Sherlock Holmes, che lo stimola ad avere nuove idee e lo obbliga a mettersi in piedi quando è scostante o senza vie di uscita.”